L’inserimento a pieno titolo nell’attività lavorativa attua uno dei principi fondamentali della Costituzione e fornisce le risorse economiche necessarie alla vita, oltre a favorire la costruzione e il riconoscimento di un’identità attraverso il ruolo professionale e l’inclusione nella rete sociale.
Il lavoro, quindi, non fornisce solo reddito, ma è luogo di realizzazione, di rafforzamento di fiducia e rispetto di sé, di scambio e di relazioni sociali, di valorizzazione, di apprendimento, di accrescimento personale e professionale e di acquisizione di indipendenza e autonomia.
Lavorare costituisce quindi un elemento fondante e qualificante nella costruzione di un percorso di inclusione sociale, diventando l’imprescindibile punto di partenza per un percorso di crescita umana e di riabilitazione sociale.
Per la collettività, garantire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate costituisce un vantaggio da più punti di vista:
Il lavoro, quindi, non fornisce solo reddito, ma è luogo di realizzazione, di rafforzamento di fiducia e rispetto di sé, di scambio e di relazioni sociali, di valorizzazione, di apprendimento, di accrescimento personale e professionale e di acquisizione di indipendenza e autonomia.
Lavorare costituisce quindi un elemento fondante e qualificante nella costruzione di un percorso di inclusione sociale, diventando l’imprescindibile punto di partenza per un percorso di crescita umana e di riabilitazione sociale.
Per la collettività, garantire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate costituisce un vantaggio da più punti di vista:
- contiene forme di devianza sociale
- aumenta il gettito fiscale
- sottrae le persone con problemi al circuito dell’assistenza con possibili risparmi per la Pubblica Amministrazione.
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Persone svantaggiate
Si possono definire persone svantaggiate persone che, anche in presenza di una situazione favorevole dell’economia e del mercato del lavoro, continuano a trovarsi in situazioni di marginalità ed esclusione appartenendo ad una categoria che ha difficoltà ad entrare, senza assistenza, nel mercato del lavoro.
Svantaggio certificato: è quel tipo di svantaggio così grave da essere riconosciuto e preso in carico dai servizi pubblici e che ricomprende ad esempio disabili fisici, sensoriali, psichici, soggetti in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, detenuti e ammessi alle misure alternative alla detenzione.
Un’altra quota rilevante degli svantaggiati è costituita invece da soggetti che, pur non rientrando in categorie definite e facilmente censibili, subiscono processi di indebolimento e marginalizzazione che comportano l’esclusione dal mondo del lavoro: disoccupati di lungo periodo, immigrati all’inizio del proprio percorso migratorio, adulti soli con figli a carico, lavoratori over 40 espulsi dal mercato del lavoro. Molte di queste persone, lasciate senza sostegni, rischiano di arrivare ad uno stato tale di devianza o patologia che confluisce nello svantaggio certificato.
Svantaggio certificato: è quel tipo di svantaggio così grave da essere riconosciuto e preso in carico dai servizi pubblici e che ricomprende ad esempio disabili fisici, sensoriali, psichici, soggetti in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, detenuti e ammessi alle misure alternative alla detenzione.
Un’altra quota rilevante degli svantaggiati è costituita invece da soggetti che, pur non rientrando in categorie definite e facilmente censibili, subiscono processi di indebolimento e marginalizzazione che comportano l’esclusione dal mondo del lavoro: disoccupati di lungo periodo, immigrati all’inizio del proprio percorso migratorio, adulti soli con figli a carico, lavoratori over 40 espulsi dal mercato del lavoro. Molte di queste persone, lasciate senza sostegni, rischiano di arrivare ad uno stato tale di devianza o patologia che confluisce nello svantaggio certificato.